LE CAPRE DI POMONTE
L'Ospedale Nuovo di Pisa all'Isola d'Elba

Nota per le sue produttive miniere fino dall’Antichità, l’Isola d’Elba è stata un territorio ambito da varie dominazioni. Dopo il Mille fu sotto la signoria di Pisa, alla quale fu sottratta nel 1399 dagli Appiani di Piombino.
L’autorità della Città della Torre durante tre secoli comunque lasciò testimonianza nelle opere architettoniche o nei documenti, ai quali è da aggiungersi un modesto contributo trovato nelle carte medievali dell’Ospedale Nuovo di Pisa e qui presentato “per non perderlo”, come si dice nel mestiere.
L’Ospedale Nuovo di Pisa, in breve, fu fondato nel 1257 e radunò in sé numerose altre piccole strutture di accoglienza della città e del dominio, tanto da diventare una sempre più importante istituzione con numerose dipendenze e proprietà.

Tra Due e Trecento ne ebbe anche nell’Isola d’Elba e in primis nel comune di Pomonte, secondo un Campione di Beni. Qui si trova scritto:

“Hospitale Novum habet in dicto comuni magnam quantitatem caprarum silvestrium ei judicatarum a certis personis quarum nomina ignorantur. Que ipsi cotidie commedunt” – L’Ospedale Nuovo possiede in detto comune una gran quantità di capre selvatiche a esso aggiudicate da certe persone delle quali si ignora il nome. Le quali tutti i giorni gli stessi ‘mangiano’. Così la traduzione letterale, ma mi sembra più opportuno leggere “comedunt” in senso figurato, e cioè ‘disperdono’.
“Pro hiis habendis” – per averle – quindi, era da citare il consiglio e il Comune del luogo e da nominare i testimoni Pardo di Ardovino, Puccio di Benzi, Forte di Saladino, Ciomeo di Cenaria, Cecco di Milanese e Ciomeo di Galgano.

Nel comune di Capoliveri il Campione invece rende nota la presenza di uno spedale vero e proprio con un giudice: Totto di Annibaldo del luogo, il quale doveva corrispondere a quello Nuovo dieci fiorini. Questo come da carta rogata da Uguiccione di Suffredi da Capannoli, notaio, l’anno MCCXCVIII indizione XI calende di gennaio (22 dicembre 1298).
Di seguito appaiono due nomi di persona e cifre illeggibili: Ferrante e Nello, forse degli addetti.
La famiglia del giudice Totto aveva un certo rilievo a Capoliveri. È citata in una pergamena riguardante una donazione fatta a Piombino nel 1297. Ranuzio del fu Annibaldo da Capoliveri ne fu il notaio rogatario.

Nel Campione si trovano anche due fogli con la descrizione di immobili a “Capolivri”. Questi i luoghi e i confinanti:

La Serra (1), era casalino e ortale (confini: Fortino di Ceo, Nesino di Gallo, via pubblica e “iuxta Francischum Balduccii”). La teneva per quattro anni il citato Francesco di Balduccio per dieci fiorini l’anno.
La Serra (2) (confini: due vie pubbliche, Matteo di Puccino, la piazza di Capoliveri), tenuta da Fortino di Ceo per il canone di dieci fiorini.
Sovereto (1) (confini: Filippo di Betto, gli eredi di Orso di Brancicone, Pandolfo di Gerardo). La conduceva il fabbro Francesco di Cagnazo per quattro lire di canone.
Ai Salci (confini: gli eredi di Bonserino di Upessino, Lamberto di Bacciameo e il sopra citato Francesco), conduttore sempre il fabbro.
Le Mereta (1) (confini: gli eredi di Baldetto di Guccio, la via pubblica, la terra ortale di ser Baldo), senza conduttore.
Vigniuoli (confini: Giovanni di Cecco, Coluccione di Fetto e di Fortino di Ceo, via), tenuta da Pardo di Neri.
Sovereto (2) (confini: Iacopo e Simone figli di Luchino, terra della pieve di san Giovanni di Capoliveri, Bonaccino di Bellando, “pendiciis capitis Suvereti”). Seminava Chele di Francesco.
Carraia (confini: via pubblica, Barzalello di Berto, Lando di Gheccucio, Tado di Martinello).
Pratale (confini: eredi Bonstorini, Giuntino di Rosignano, eredi di Ventura di Corsuccio). Iacobo di Meglino aveva consutudine di lavorare la terra ogni due anni.
Poggio della Mosca (confini: Lando di Gheccuccio, eredi di Fregione di Guercio, via pubblica, eredi di Pandolfo di Pisano).
Capitri (confini: Fanuccio di Corsino, Cecco di Benvenuto, Giovanni di Orso, via pubblica).
Regno [Naregno?] (confini: Gualdo, eredi Fregionelli, eredi di Bonagrazia).
Le Mereta (2) (confini: via, eredi di Vannuccino, eredi di Inghilesco), vi lavorava Silvestro.
Le Mereta (3) (confini: eredi di Inghilesco, Grandone Rassini o Corassini, gli eredi Chiani).


È ricordato anche il rettore dell’Ospedale Nuovo di Pisa, frate Silvestro, e i contratti da lui stipulati per rimediare alla mancanza di conduttori delle terre.
Questo “magister” è documentato pure negli anni 60-70 del Trecento a Pisa. Nel 1372 (Tronci) fu inviato in missione presso la curia papale, segno di grande stima nei suoi riguardi.

Il Campione lo cita così: “venerabilis vir dominus Silvester magister et rector Sped. Novi de Pis. locavit ...”, ricordando come avesse dato in locazione al fabbro Francesco del fu Cagnazo due pezzi di terra liberi “ad habendis a festo sancti Michaelis septembris” (il 29 settembre, festa di San Michele, titolare della pieve di Capoliveri), per il primo anno lire quattro e per altri due anni lire tre l’anno.
Il contratto fu scritto “in ecclesia santi Umiliani [sic, Mamiliani] de Capolivri presentis Grasso Ursi, Piero Nerii e Grandone supradicto de supradicto loco testibus ... MCCCLI indictione XIIII [sic, sarebbe la IV] die XXVIIII ianuariis” (29 gennaio 1351).
Lo stesso giorno fra Silvestro concesse un altro pezzo di terra libero dal valore più modesto a Piero di Neri per sei anni dietro pagamento del canone di soldi tre l’anno.

Nel verso dell’ultimo foglio di Capoliveri è scritta una lista di nomi con accanto una nota un po’ oscura: “sciunt possessores hospitalis” – sanno i possessori dell’ospedale.
I nomi erano: Carduccio di Martino, Barzetto di Gozzo, Baldo di Bindo, Enrico di Serante, Iacopo di Meglino, Schiattone, Salerno di Cento e Bellando di Betto.

Paola Ircani Menichini, 21 maggio 2021.
Tutti i diritti riservati.




L'articolo in «pdf»




RICONOSCIMENTI


Le fotografie


– Un capra selvatica, da Wikipedia.

– La vecchia e pittoresca Capoliveri, da una cartolina del secolo XX.

– Lo scritto del Campione di beni dove si parla delle capre di proprietà dell’Ospedale Nuovo di Pisa a Pomonte.

– Capoliveri oggi, foto tratta dal sito TooMuchTuscany.


Precedenti

«San Martino di Catignano e il nuovo rettore»

«San Pietro a 'Macadio' e Bottano di San Giuliano Terme»

«Maestro Ugolino da Montecatini e la laurea in Medicina»

«Gerosolimitani di Pisa versus ospedale di Osnello»

«Il Ponte di Cecina, gli Anne e Santa Maria del Mansio»

«I Cavallozari di Pisa e la badia di Carigi in Valdera»

«Rondine di Giulia - La beata della Rena da Certaldo e i luoghi della sua memoria»

«Cieri Upezzinghi ribelle a Valdiperga (Castellina Marittima)»

«Il Laudario di Pisa e gli inni a Giordano, Bona e Ranieri»

«Il parlamento dei liberi uomini di Bibbona»

«San Piero Piccolino e le Cascine Ferdinande di Pisa»

«Mone Tedicinghi di Volterra e famiglia (inediti)»

«Case e chiassi medievali di San Piero in Vincoli di Pisa»

«Giovanna «Contessa Bianca» (di Dante) a Cortona»

«Santa Innocenza a Piana e le vie romane antiche»

«Terre dei Cavalieri di Malta a Alberese (Grosseto)»

«Le mute campane – Breve storia di San Giovanni al Gatano di Pisa»

Presentazione virtuale del libro: I Frati Minori Conventuali di San Francesco di Volterra e altre vicende, 2020 «clic»